Il 6 ottobre ho festeggiato il mio primo mese di Atene. Il 6 settembre era iniziato con la visione di un piccione scuoiato, l'ansia di un rinvio all'ultimo come successe il 30settembre (ma poi, vedendo in faccia le persone ho capito molte cose... e sembra un pezzo di Cocciante o Baglioni), una valigia sobria (per quanto possa essere sobria la mia sobrietà) e incoscienza pura.
Tutti dite che fa schifo Atene. E non capite un cazzo. Atene non è una città (confermo: bruttarella di giorno - come tutte le città o quasi, mozzafiato la sera).
OT: una delle poche città che amo anche di giorno è Milano. Se dite "boooh", "schifooo" etc. è solo perchè non avete mai visto i fenicotteri in San Babila, limonato davanti alle papere di Palestro o riso con i cinesi di Sarpi. Sapevatelo.
Tornando in topic: Atene è uno status. Come quelli che scrivete su Facebook tipo, ma interessanti. (sappiate che a nessuno frega un cazzo di cosa mangiate e di quanto siete in ritardo e dei saluti che vi scambiate). Atene è uno stato mentale.
Ad Atene bisogna starci, per capirla. E, nonostante gli sforzi, non la capirete. Nemmeno dopo un mese. La cosa bella dei greci è che sono settati su logica fuzzy. La cosa brutta dei greci è che sono settati su logica fuzzy.
In parole povere: prendo l'occasione, con l'esimissssimo rinnovo di contratto, di prendere coscienza del fatto che devo resettare la mente da "endless vacation" a "cazzo, ma io vivo qui ora" e osservando dark, nemmeno tanto efebici (gli effetti della feta in ogniddove), ballare il rocherò mi è salità tutta questa consapevolezza mista a lucidità mista a un diocane. Diocane per la vita, e per cose futili tipo i limoni.
Cioè zii, io ora sono cittadina ateniese.
CAZZO.
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