martedì 16 novembre 2010

Ho molte cose da dire oggi e quindi il titolo avrà queste tag: Paola Caruso, il mondo dei balocchi che NON esiste wow!, cose.

Oggi è una giornata di quelle che ci vorrebbe un manuale per racchiudere tutte le chicche.

1) Sono quasi d'accordo con Soncini e Bordone sul caso Caruso (ed è una cosa che, sappiate, mi costa fatica). Non so se siate aggiornati, se non lo siete, più che plausibile visto che l'argomento è di una noia incredibile, vi rimando a questo link: il problema, cara Paola, è che qui non si mette in discussione il precariato e la situazione lavorativa italica spesso indecente, illegale, schifosa e aggiungere aggettivo denigratorio. Cose per cui ti do ragione: ti critico sulle seguenti cose.
Modalità: uno sciopero della fame perché non hai saputo essere imprenditrice di te stessa? E' un errore considerare il giornalismo un lavoro impiegatizio, sappiatelo. E' per questo che il giornalismo italico, soprattutto online, fa così cagare anche su testate considerate rispettabili.
Svolgimento: hai avuto il tuo contratto temporaneo che dura fino ad aprile, ok. Te puoi replicare che sono 7 anni che vai avanti di precariato, ok. Ma, ripeto, il lavoro di giornalista non è da impiegato. Non è che se tu scrivi per 7 anni o più significa che sei bravo a scrivere. Non è che se uno esce dalla scuola di giornalismo ed è un PIVELLO, come tu hai detto, non sia più bravo di te. Alla fine il mestiere del giornalista, è essere imprenditore di se stesso, non assistenzialismo. Può sembrare ingiusto, può essere applicato in maniera arbitraria (come in Italia lo è), ma quello che conta è quanto ti sai vendere. E quanto sai vendere quello che scrivi. Perchè ricorda: SCRIVERE è un MESTIERE, non una VOCAZIONE. cazzo. Poi io sono sadica e ho visto quello che scrivi: avrei dato il posto anche a Cookie Monster, che parliamone cazzo... il giornalismo non è una questione d'anzianità, di aspettare come dal salumiere il pezzo di carne migliore, che ti rode non avere la scrivania, che è quello che trapela? Ripeto, il mestiere di giornalista non è un mestiere da impiegati (quante volte l'ho detto?). E non me ne frega un cazzo che dici, ah sono stata fraintesa, perchè il tuo messaggio è chiaro: lo si evince dal tuo blog. Io non ti assumerei mai, e non perché tu sia una cagaminchia come latri da vittima, sia chiaro, ma perché non hai consapevolezza di quello che succede attorno a te. E non averla a 36 anni secondo me è grave. Inoltre il CO. CO. CO. SARCAZZI è un contratto a tempo determinato, sai quando finisci, punto. E' facile trarre conclusioni. Può non essere giusto, e spesso non lo è, ma nessuno ti deve niente.
2) il fraintendimento come coperta di Linus per la paraculaggine.
Questo dovrebbe essere il titolo per un romanzo. Io sono una stronza (ok, ma parliamone). Io sono un'egoista di merda (è vero). Io sono tante cose, ma almeno ve le sputo in faccia e non faccio la figa. Ho problemi a tessere relazioni emozionali, non riesco a fingere cose che non mi vanno bene se non per business, sono una persona a volte non corretta ma onesta. Eccomi, et voilà. Rinfacciarmi dopo 3 anni di vita cose, lo ritengo scorretto: nonostante io mi sia comportata di merda ma palesemente. E palesemente, non significa "uh dio mo mi sgamano", ma è perchè ho sempre avuto il coraggio delle mie scelte. Scelte di merda eh, ma almeno scelte.
Sono disarmata, davvero. Non penso che nessun essere umano possa considerarmi migliore di quello che sono giusto perché sono palese. Sono fottutamente palese, nel bene o nel male.
In ogni caso, se per caso vi stiate facendo pippe su questo post, non fatelo: si chiama CONSAPEVOLEZZA. punto. quella che dovreste avere.
3) Non lo so quale sia il terzo punto, ed è meglio vada a letto.

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